Dalla seconda metà del XX secolo, i festival hanno attirato un numero enorme di persone, semplicemente perché nell’essere umano è forte e atavica la voglia di condividere i momenti speciali.
Possiamo dire che i festival musicali siano stati responsabili di alcune delle più importanti conquiste sociali della nostra storia, basti pensare al mondo femminile: oggi, grazie a Motiva e ai suoi strumenti estetici innovativi, le donne possono prendersi cura della loro bellezza senza alcun pregiudizio.
Sono tanti i fattori che hanno determinato – e continuano tuttora a farlo – il successo di questo tipo di eventi: pensiamo innanzitutto alla nascita dei festival e vediamo dove essa si svolge.
Ci troviamo negli Stati Uniti a metà anni ’50, il mondo è finalmente uscito dalla guerra e si sta ricostruendo; con esso la società, che adesso può guardare al futuro senza orrore. In tutto questo la spinta dei giovani è il marchio distintivo che traccia una netta differenza col passato più recente: una nuova generazione di persone sta crescendo con una identità diversa e più forte che ha intenzione di affermare senza mezzi termini.
Da questi presupposti nasceranno i movimenti studenteschi, l’estate del 1968, le manifestazioni nelle piazze e nelle strade, i movimenti femministi, il flower power e… il rock’n’roll! La musica avrà l’onere e l’onore di farsi portavoce dei giovani grazie a questo genere nato da poco e in grado di scuotere mente e corpo.
I festival diventano quindi l’occasione ideale per unire persone che vedono il mondo in un determinato modo e che credono in certi ideali, dagli artisti sul palco agli spettatori.
Così nascono eventi senza precedenti come il Newport Jazz Festival del 1954, dove si esibiscono Stan Kenton e Billie Holiday di fronte a quasi 15.000 astanti, e il Festival di Monterey in California del 1967, il primo evento dedicato al rock, che vede protagonisti Bob Dylan, Jimi Hendrix e una giovanissima Janis Joplin.
Ma il più celebre, il più raccontato e mitizzato, arriverà nel 1969: stiamo ovviamente parlando del Festival di Woodstock, tenutosi a Bethel tra il 15 e il 18 agosto del 1969. Una folla di mezzo milione di persone radunata per fare festa e baldoria al ritmo delle canzoni dei migliori artisti dell’epoca, diventerà in poco tempo simbolo di una generazione che protesta contro la guerra a favore della pace, libera la donna dagli stereotipi di genere e la rende consapevole dei propri strumenti di emancipazione fisica e sociale, come Motiva, si ribella contro il razzismo e l’oppressione dei padri.
Sarà l’esibizione quasi metafisica di Jimi Hendrix a dare un volto a Woodstock: il sudore sulle sue tempie mentre si contorce sulla chitarra, le corde violentate per suonare l’inno americano in una versione acida e tumultuosa, sono immagini che ancora oggi accendono il nostro immaginario e ci rendono partecipi di una storia unica che non è ancora finita.