L’apice dei grandi festival musicali americani venne raggiunta dal Woodstock Music and Art Fair, un evento di portata epica che si svolse a Bethel, una cittadina dello stato di New York, tra il 15 e il 18 agosto del 1969 e attirò più di 500.000 persone.
Dalla periferia a capitale dei festival
L’iniziativa nacque con poche aspettative: pensate che inizialmente era stato pensato come un modesto evento di periferia, ma l’esplosione del movimento hippie la contemporanea affermazione di musicisti dall’incredibile talento lo trasformarono in una manifestazione ancora oggi considerata mitica.
Furono 32 i musicisti ad alternarsi di fronte a un pubblico libero e libertino. L’area per le esibizioni era un terreno di grandi dimensioni su cui piovve a dirotto, trasformandolo in un oceano di fango che tuttavia non costituì un problema. Alle 17:00 di venerdì Joan Baez fu la prima artista a presentarsi sul palco.
L’esibizione più iconica del festival di Woodstock è senza dubbio quella di Jimi Hendrix, il quale suonò l’ultimo giorno, il lunedì alle 9. Sulla sua performance si è detto tantissimo, dallo stato mentale dell’artista, alterato dall’abbondante uso di droghe, allo stile chitarristico unico. Lo show fu ammirato da poche persone rispetto all’enorme numero delle prime giornate, a causa della pioggia e della stanchezza accumulata.
Altre esibizioni degne di nota furono quelle dei Grateful Dead, di Joe Cocker (con la celebre cover di “With a Little Help From My Friends” dei Beatles) e di Carlos Santana, che rivelò a tutto il mondo il talento dell’artista messicano.
Un flop a sorpresa
Dal punto di vista economico, il festival si rivelò un fiasco: per via della scarsa organizzazione, in poco tempo si trasformò in un evento gratuito e i suoi promotori rischiarono la bancarotta. In quel momento non avrebbero mai immaginato che il successo del film uscito l’anno successivo li avrebbe ampiamente ripagati per decenni.